
L’Academy per l’indirizzo Socio Sanitario dell’Istituto Cartesio
L’Academy nel Socio Sanitario
Il problema alla base della progettazione dell’Academy nel Socio Sanitario dell’Istituto Cartesio nasce dalla mancanza di una professionalità capace di far fronte sia a una realtà sociale, che dinamicamente si è andata modificando in risposta alle situazioni concrete e alla mutata cultura dell’integrazione, sia nell’importanza di definire una distinzione dei compiti necessaria a una fattiva collaborazione con il personale docente e non. La figura dell’ex-AEC (Assistente Educativo Culturale) comincia a esser compresa come risorsa un po’ da tutti (insegnanti, personale non docente, genitori e alunni), anche se ancora permane una confusa incertezza sulle competenze e i confini del ruolo, che rappresenta una criticità da sciogliere, perché può far emergere la tentazione di ricondurre il suo intervento a una riduttiva funzione assistenziale che, da molto tempo e nella maggior parte dei casi, non corrisponde alla qualità del suo lavoro, anche in conseguenza alla riduzione del numero di insegnanti di sostegno e delle ore operative di questi.
Il compito dell’operatore
L’operatore ha il compito di realizzare nella quotidianità il piano d’intervento predisposto per l’utente, contribuendo a una migliore qualità della sua vita, attraverso lo sviluppo dell’autosufficienza, dell’auto-efficacia e della crescita delle potenzialità individuali. Detto operatore, sotto la diretta responsabilità didattica degli insegnanti, collabora per l’effettiva partecipazione dell’alunno in situazione di handicap a tutte le attività scolastiche, ricreative e formative (uscite, gite, viaggi di istruzione, momento mensa). Egli deve svolgere non solo un supporto pratico funzionale (ad esempio affiancando l’alunno nelle attività finalizzate all’igiene della propria persona, favorendo forme educative che favoriscano il recupero o la conquista dell’autonomia), ma anche socio-relazionale e/o di facilitazione della comunicazione, operando, su indicazione precisa, anche sul piano didattico. Partecipa alle attività di programmazione e di verifica con gli insegnanti, singolarmente e/o riuniti negli Organi Collegiali e con i servizi territoriali, contribuendo alla stesura del Piano Educativo Individualizzato. Alla luce di questi aspetti che il ruolo di AEC è andato via via a ricoprire, il percorso proposto è stato pensato in maniera da fondere insieme nella giusta misura competenze di base, trasversali e tecnico-professionali. Il contributo che tale operatore può dare è veramente prezioso, sia per gli insegnanti – sempre più affaticati da classi numerose e impegnative e, spesso, poco formati sulla disabilità – sia per l’alunno.
Cosa prevede il programma
In particolare, il programma prevede un percorso di apprendimento introduttivo per i discenti, al fine di fornire le competenze professionali utili per contribuire al miglioramento della qualità della vita dello studente diversamente abile, attraverso lo sviluppo dell’autosufficienza, autoefficacia e la crescita delle potenzialità individuali, divenendo mediatore del contesto psico-sociale. Il piano formativo prevede un intervento diversificato che affianca ad azioni tecnico/formative d’aula anche attività trasversali, volte a potenziare le competenze professionali dei partecipanti al corso, migliorando le loro competenze relazionali, promuovendo nel gruppo capacità di team-working e fornendo agli educatori strumenti e strategie per l’osservazione e per la registrazione scientifica dei percorsi di sviluppo e di inserimento dei ragazzi diversamente abili.
Gli obiettivi
Gli Obiettivi che il progetto si prefigge di raggiungere sono:
- Fornire ai corsisti le competenze iniziali per intervenire nell’attività di sostegno educativo degli alunni diversamente abili frequentanti gli istituti scolastici: la formazione si colloca in un ambito di intervento di tipo sociale;
- Indirizzare gli allievi a un profilo professionale che ha una costante crescita di domanda e che utilizza finora figure operative sprovviste di alcun attestato specifico;
- Colmare un gap tra la richiesta di una figura professionale prevista e l’assenza di alcun percorso formativo in grado di costituirla.
Lo scopo è quello di promuovere una forma di empowerment dei soggetti individuati, fornendo loro la formazione necessaria al maggior successo lavorativo attraverso un sistema di analisi delle competenze professionali utili a implementare lo sviluppo professionale dei discenti. Come specificato in precedenza, stiamo proponendo una figura professionale ad oggi inedita nel panorama nazionale (in virtù anche della recentissima normativa istitutiva) e di cui vi è una fortissima richiesta da parte delle istituzioni scolastiche che se ne trovano sprovviste.
Centro Statistico ANAPIA Nazionale