
Che futuro ci aspetta? La lectio magistralis di Sabino Cassese
Cosa avverrà all’indomani della pandemia? Che futuro ci aspetta? Su La Lettura del Corriere della Sera del 27/09/2020 abbiamo potuto leggere le riflessioni del Giudice emerito della Corte Costituzionale e Professore Ordinario di Diritto Amministrativo Sabino Cassese, riflessioni che hanno anticipato la lectio magistralis tenutasi alla seconda edizione della Scuola The Young Hope: Rinascita Italia, promossa a Roma dall’associazione Fino a prova contraria dal 2 al 4 ottobre.
Progresso e cambiamento nella società
Cassese si sofferma sul cambiamento e sul progresso avvenuti negli ultimi anni, ma non solo. Analizza come l’intera umanità abbia man mano cambiato i metodi di comunicazione tra persone; il passaggio di informazioni, che prima richiedeva molto più tempo e che ora beneficia dell’immediatezza dei media; come siano cambiati gli strumenti di scrittura che oggi vedono in prima linea pc e tablet in sostituzione della macchina da scrivere o più semplicemente di carta e penna; e ancora come è cambiato il modo di ascoltare e ottenere musica.
“Il progresso tecnologico è così rapido da divorare se stesso”.
L’analisi di Cassese si sofferma sul cambiamento del panorama mondiale sotto vari punti di vista, traendo man mano diverse conclusioni che vanno a delineare in maniera precisa la situazione attuale. I nostri tempi sono caratterizzati principalmente dall’immediatezza, grazie o a causa di quel progresso tecnologico galoppante che nell’arco di 40 anni ha radicalmente cambiato le nostre vite, non solo singolarmente ma toccando tutta la società: stanno cambiando i mestieri e le professioni, il modo di far politica e il modo di gestire la privacy.
Inoltre, si è man mano creato un sistema di economie comunicanti, grazie alle quali i prodotti sono disponibili su scala mondiale e, ancora, si nota un avvicinamento più economico e meno culturale, tra i vari Stati. Si tratta di accordi legati maggiormente all’economia e alla globalizzazione dei prodotti; status che, creando una rete di intesa economica, ha permesso di sopperire a quelle guerre e a quei conflitti che hanno colpito il mondo nel passato, mantenendo così una sorta di accordo apparentemente pacifico. Sicuramente la qualità della nostra vita rispetto a 70/60 anni fa è notevolmente migliorata. Ma, in realtà, siamo schiavi o padroni di tutto questo? Perché, nonostante questi punti vincenti, l’Italia si trova sempre indietro rispetto agli altri Stati?
L’Istruzione per un futuro migliore
Ed è qui che Cassese suggerisce la chiave salvifica su quei punti di carenza e di inefficienza: l’Istruzione, come strumento essenziale per rilanciare la produttività e per ottenere uno Stato più efficiente. “Bisogna migliorare la scuola e trovare nuovi strumenti di partecipazione democratica” perché, nonostante i progressi, l’Italia resta indietro rispetto agli altri Paesi e lo possiamo vedere oggi con il COVID-19: “Su questo organismo debilitato si innesta ora la crisi economica prodotta dalla necessità di difenderci dalla pandemia e tutelare la salute”.
È necessario portare un livello omogeneo di uguaglianza con conseguente partecipazione di tutti all’organizzazione sociale; e ancora, istruirsi per trovare lavoro con maggior facilità, ottenere posti e retribuzioni migliori, instaurare rapporti duraturi per avere una qualità della vita più alta e, di conseguenza, vivere più a lungo. Ma, ad oggi, la produttività è bassa: si lavora poco perché non a tutti è data la possibilità di completare il percorso di istruzione. Sicuramente la situazione odierna è migliore di quella di 50/70 anni fa, ma le aspettative per il nostro futuro non sono di certo rosee, anzi, sono molto più alte rispetto al passato e quindi creano illusioni e delusioni maggiori.
Dubbi e possibilità: cosa ci aspetta?
Ma è possibile costruire un futuro migliore? Cassese ci lascia con questa e con altre domande, a cui oggi non sappiamo ancora rispondere. Ci lascia però anche riflettere su spiragli di luce e di speranza, come la capacità che abbiamo avuto e che continueremo ad avere di fiorire e rifiorire più volte, come l’aspettativa di vita sempre più alta. E il consiglio per un Italia migliore è sempre lo stesso: studiare per cambiare il nostro avvenire e quello del nostro Paese, per avere una visione oggettiva delle cose, senza essere ancorati alle tradizioni o al passato e scegliersi sempre un Maestro, “Maestro è chi ci indica un limite e chi sa risvegliare in noi una passione”; partecipare attivamente alla vita della comunità in cui si vive, perché il futuro dipende anche da noi; dobbiamo sempre “coniugare l’utopia con il senso concreto del percorso” perché, anche se non arriviamo al traguardo, è importante intraprendere e far intraprendere la strada giusta, è importante continuare a sognare con coraggio.
Marianna Zito